I M M E R S I O N I 

I fondali marini della Riviera del Conero sono costituiti prevalentemente da rocce sommerse o affioranti che hanno resistito all'azione erosiva del mare. Altre rocce sono franate dai pendii che sovrastano la battigia e sabbia e presentano una profondità di 8 - 10 metri . Le acque ricche di nutrienti concentrano in un’area ristretta una grande quantità di specie e favoriscono la sopravvivenza di animali adattati alla vita in un ecosistema unico; si incontrano immergendosi in queste acque, o semplicemente esplorando i fondali con maschera e pinne. Spigole, orate, saraghi, astici, seppie, calamari, per citare solo alcune tra le specie che popolano questo meraviglioso ambiente. 

IMMERSIONI PRINCIPALI

Relitto del Potho - Le Due Sorrelle: sul fondale antistante i faraglioni delle “Due Sorelle” disseminati tra i 7 e i 14 metri di profondità, si trovano i resti del mercantile “Potho”, affondato nel 1962 in seguito all’urto con gli scogli durante una tempesta. Oggi le lamiere e le porzioni superstiti dell’imbarcazione si sono integrate perfettamente con la vita di scogliera. Si possono vedere alcune parti ancora integre delle due caldaie, una adagiata in assetto di navigazione, l’altra in verticale e il processo di colonizzazione ha reso lo spettacolo che si apre davanti agli occhi del subacqueo ancora più affascinante: banchi di novellame si disperdono al passaggio di piccole ricciole (Seriola dumerili) o delle corvine (Sciaena umbra). Le superfici verticali ospitano mitili, spugne e numerosi antozoi come l’irritante Anemonia sulcata o l’affascinante Alcyonium palmatum e bellissimi spirografi dai delicati pennacchi. Sotto alle lamiere è possibile scorgere con un po’ di fortuna il prelibato astice (Homarus gammarus). Singolare è l’utilizzo che il gronco (Conger conger) ha saputo fare della caldaia della nave: i numerosi fori che servivano per lo scambio del calore sono divenuti l’ideale rifugio per questo timido pesce anguilliforme. Sul fondo sabbioso nuotano banchi di triglie (Mullus surmeletus), costantemente indaffarate a smuovere la sabbia con i loro bargigli alla ricerca di cibo. Le zone più riparate ospitano numerose colonie di idrozoi, di antozoi e gamberetti. Di fianco al relitto tra i resti del fasciame troviamo l’albero, i verricelli e un’elica di grandi dimensioni ancora integra e adagiata sul fondo.

Relitto la Nicole: a 2 miglia dal porto di Numana, in direzione sud-est, si trova il relitto della Nicole, che affondò nel gennaio 2003. Giace su un fondale di 13/14 m ed è in perfetto assetto di navigazione. Si può visitare il relitto esternamente in una sola immersione e internamente in una seconda. Il relitto è lungo 120 m e le sue parti più importanti sono: il castello di prua con i magazzini, le cucine e i verricelli salpa ancore; il castello di poppa con tutta l’area destinata alle stanze da letto, i bagni, la cucina e le eliche. In 2 delle 4 stive la lamiera che le chiudeva è implosa, ricadendo all’interno e creando una sorta di grotte utili per le specie di pesce che prediligono le tane: gronchi, astici, scorfani, corvine. E’ utile avere una torcia potente per poter meglio apprezzare queste suggestioni. La nave è stata completamente ricoperta di molluschi e spugne di ogni genere in pochissimo tempo. Si possono incontrare anche saraghi, mormore, boghe, dentici, spigole e ricciole e, per i più fortunati, raro ma possibile, qualche aquila di mare.

I Sassi Neri: il piccolo braccio di scogli nasce dai ruderi del vecchio molo e dall’esigenza di riparare la costa dall’erosione. Parte da un fondale di circa 2 m degradando dolcemente verso il largo per arrivare intorno ai 10 m di profondità. Sul fondale di scogli si possono incontrare scorfani, polpi, nudibarnchi, varie specie di attinie, saraghi e ochhiate. Perlustarndo con attenzione è possibile anche individuare qualche piccola pinna nobilis. In autunno, inoltre, è possibile assistere alla riproduzione dei polpi.

La Cava Davanzali: l'immersione si svolge a ridosso della costa a nord delle Due Sorelle e si estende davanti al vecchio molo della cava di pietra oggi in disuso. Il fondale è formato da grandi massi e piccoli canyon ricoperti di cozze, ostriche e di nuovo, dopo anni di assenza, di pinna nobilis. Si possono osservare spugne, nudibranchi, gronchi e saraghi. In autunno, in particolare, sono visibili diversi polipi, che utilizzano questo luogo per riprodursi.

La Franata: i fondali di questo tratto di costa sono costituiti prevalentemente da rocce sommerse o affioranti che hanno resistito all’azione erosiva del mare. Alcune rocce sono franate dai pendii che sovrastano la battigia, per cui la costa risulta piuttosto irregolare e frastagliata, mentre la fascia di fondale che si estenda dalla battigia fino a una profondità di 7-10m è costituita da un alternarsi continuo di rocce e sabbia. Numerose sono le specie marine presenti: crostacei, molluschi e invertebrati. Vivono tra gli scogli la bavosa, lo scorfano, granseole e polpi. Fare attenzione all’attinia urticante!

Il Trave: si tratta di una piccola dorsale rocciosa che dalla montagna prosegue sotto acqua per alcune centinaia di metri, perpendicolarmente alla costa. L’immersione avviene lungo la parete nord; pochi metri sotto la superficie si trovano tappeti di mitili, si scende quindi lungo la parete, ricca di anfratti, dove si possono osservare numerose tane di polpi e gronchi. Lo scenario è arricchito da numerosi gamberetti, granchi (granchio facchino, testa di morto) e molta microfauna, tra cui i coloratissimi nudibranchi. Vi sono, inoltre, spugne, alghe con diverse colorazioni, branchi di pesce di scogliera, quali saraghi, bavose e cefali. 

La Vela e la Secca dell' Ospedale: scendendo in prossimità dello scoglio della Vela, così chiamato per la sua forma, nella parete rocciosa del Conero, si il fondale costituito da grosse rocce calcaree intervallate da piccole aree di sabbia con delle spaccature che offrono rifugio a una grande varietà di specie di pesci, quali polpi, gronchi, astici e scorfani, mormore e cefali. Proseguendo a sud verso Portonovo, a soli 3,5m. di profondità, si può vedere ciò che rimane dell'albero di poppa del "Relitto delle fave". Circa 300 metri a sud in direzione di Sirolo c’è la Secca dell’Ospedale, divisa in 2 parti da un canale di sabbia. Le 2 spaccature parallele che la costituiscono formano molte tane per il pesce stanziale. La zona verso terra è formata da scogli di 3-4mt posati su un fondale ghiaioso di 6mt, mentre la parte al largo è costituita da grandi massi accatastati su un fondale sabbioso di 10m ca. Qui non c’è molto pesce come in altri punti del Conero, ma abbonda la microfauna, con nudibranchi e diverse specie di gamberi. Si possono incontrare, inoltre, astici, spugne, paguri, saraghi e corvine.